Un attacco frontale alle toghe. Stavolta non è arrivato da Silvio Berlusconi, ma da sua figlia, Marina Berlusconi. Intervistata da Panorama, l'imprenditrice, presidente di Fininvest e Mondadori, ha detto la sua senza mezzi termini.
“Il processo Ruby? Quello non è un processo, è una farsa che non doveva neppure cominciare. Le presunte vittime negano, o addirittura accusano l’accusa. I testimoni dei presunti misfatti non ne sanno nulla. Di prove neppure l’ombra”.
“Hanno lavorato per anni, hanno accumulato lo sproposito di 150 mila intercettazioni, hanno raccolto quintali di verbali, hanno vivisezionato in modo morboso e vergognoso la vita di mio padre e tutto per realizzare non un processo, ma una fiction agghiacciante ad uso e consumo di media molto compiacenti - ha sottolineato Marina - Certi interrogatori, nella loro sconcertante insistenza, facevano pensare ben più al voyeurismo che alla ricerca della verità. Finirà tutto in una bolla di sapone, come sempre, ma all’associazione della gogna non importa nulla di come andrà a finire, interessa solo la condanna mediatica. E, quando il teorema dell’accusa crollerà, quale interdizione dovrebbe essere chiesta per coloro che hanno costruito questa montatura infernale?".
Marina Berlusconi ne è certa: “E' un attacco concentrico. Un assedio. L’obiettivo è chiaro: colpire una volta di più mio padre, come politico, come imprenditore, ma anche nella sua dignità di uomo. E, una volta di più, per colpire Silvio Berlusconi non si fermano neppure davanti al rischio di fare danni gravi, molto gravi, all’intero Paese".
La primogenita del Cavaliere ha anche affrontato l'argomento spinoso riguardante il processo Unipol, quello per i diritti Mediaset, e i ripetuti “attacchi al patrimonio” di famiglia. Ha pure citato “quell’esproprio da 564 milioni per la vicenda del Lodo Mondadori” e ha poi sottolineato: “Per chi avesse ancora dei dubbi sull’aria che tira nel palazzo di giustizia di Milano, c’è anche la sentenza sul divorzio di mio padre. La cifra fissata mi pare dimostri come ogni senso della realtà e della misura sia stato ampiamente superato”.
Dai processi in corso e dalle sentenze che ci saranno si attente "giustizia": "Tutto quel che mio padre ha dovuto subire e sta subendo mi fa star male”. Ad averla ferita di più è stata una cosa soprattutto: "La distanza siderale fra quello che lui è e il modo in cui in tanti cercano di dipingerlo. Sui giornali, in tv, in certe aule di Tribunale. Quando vedo personaggi che di Silvio Berlusconi hanno fatto la loro spesso redditizia ossessione descrivere mio padre in un modo che non c’entra nulla, ma proprio nulla con quello che lui è veramente, sento tutto il peso di un’ingiustizia inaccettabile, ma provo anche una gran rabbia, la rabbia dell’impotenza, perché da questa ingiustizia è molto difficile difendersi”.