- Nel 2018 l’attrice 44enne e il regista 59enne si erano già lasciati, ma un anno dopo erano tornati insieme
- A metà marzo scorso il gossip sul rapporto definitivamente finito: lui avrebbe lasciato la casa coniugale
Micaela Ramazzotti chiede sia rispettata la privacy, ma per la prima volta conferma le voci di crisi col marito Paolo Virzì. Dopo i gossip assordanti di metà marzo scorso su un nuovo addio per la coppia, arrivano le prime parole dell’attrice 44enne. “Il nostro matrimonio è in una fase delicata”, confessa a Grazia.
Già nel 2018 Micaela e il regista livornese 59enne avevano annunciato la fine del loro matrimonio, avviando le pratiche di separazione. I due, genitori di Jacopo e Anna, 13 e 10 anni, però, dopo circa un anno erano tornati insieme.
Ora, a distanza di cinque anni, c’è chi parla di relazione al capolinea. Addirittura si dice che Paolo abbia lasciato la casa coniugale, trasferendosi in un altro appartamento. La Ramazzotti, al settimanale rivela: “In tutti i matrimoni esistono momenti difficili e il nostro è in una fase delicata. Con Paolo stiamo collaborando per gestire questa situazione nel migliore modo possibile ed è per questo che spero che la nostra privacy sia rispettata da tutti”.
Micaela e Virzì vogliono proteggere i figli, che essendo più grandi, sono ancora più esposti ai media rispetto al passato.
I due si sono incontrati ai provini di Tutta la vita davanti, il primo dei tre film in cui hanno lavorato insieme. Gli altri due sono La prima cosa bella e La pazza gioia. Si sono sposati nel
2009. “Provenivamo da due mondi diversi ma, in qualche modo, ci siamo ‘riconosciuti’. Ho sentito che c’era qualcosa in lui e lui lo stesso in me”, ha detto in passato Micaela. E sulla separazione passata, rientrata, aveva sottolineato: “I rapporti evolvono nel tempo. Fioriscono, crescono, vanno a onde”.
Mamma sempre presente, non aggiunge altro adesso sulla crisi col marito. Quando le si domanda cosa le piaccia insegnare ai figli, spiega: “A prendersi cura di loro stessi sotto ogni punto di vista. Anche della propria mente. Mi accorgo subito se nei loro volti c’è un’ombra. E quando succede, piano piano cerco di farli aprire, loro si sfogano e stanno meglio. Anche se per Jacopo, che ormai è nell’adolescenza, è un po’ più difficile. Ho fiducia nei miei ragazzi, nella loro generazione. Stanno vivendo un periodo difficile, tra la pandemia, la guerra, quello che sta accadendo in Iran. Loro sanno tutto quello che accade nel mondo, sono attenti all’ambiente. Io, alla loro età, non ero così consapevole, informata. Sono molto curiosa di scoprire come diventeranno, quali lavori sceglieranno”