Massimo Ghini tira un grande sospiro di sollievo. Il figlio Lorenzo, 25 anni, ricoverato in ospedale con una polmonite bilaterale da Covid, ora sta molto meglio. In quarantena in un Covid hotel a Roma, il ragazzo tranquillizza tutti e scrive: “Agonia quasi finita…vi voglio un mondo di bene a tutti voi che mi state vicino…a presto”.
L’attore 66enne ieri ha svelato del figlio colpito duramente dal Coronavirus all’Adnkronos. La notizia ha avuto subito un grande clamore, al punto che Ghini è stato persino attaccato sui social. Oggi al Corriere della Sera chiarisce: “Il mio era solo un avvertimento per gli altri genitori!”.
Poi spiega l’accaduto: “Lorenzo è il più grande dei miei quattro figli, ha 25 anni e vive a casa con me, ma in questo periodo di clausura ha deciso con altri quattro amici di prendere in affitto un appartamento per condividere il condivisibile: che so... vedersi insieme una partita, giocare alla playstation... Insomma, cercava un po’ di libertà. Ovviamente avevano tutti preventivamente fatto il tampone rapido: tutti negativi. Loro erano tranquilli e anche io ero relativamente tranquillo, perché non è che andassero a fare assembramenti per l’aperitivo o altro, stavano chiusi a casa, ma si facevano compagnia. E bisogna pure capirli: i giovani non ce la fanno più a sopportare la clausura, hanno bisogno di sfogarsi. Inoltre, mio figlio è maggiorenne, può decidere quello che vuole”.
Purtroppo il Covid non lo ha risparmiato: “A un certo punto mi telefona, dicendo che non si sentiva bene e, quando ha scoperto di essere positivo, ha deciso di non tornare a casa, per non creare problemi in famiglia. Quindi ho consultato un nostro amico medico che, quando ha capito i sintomi, ha deciso subito di mandargli un’ambulanza e trasferirlo in ospedale: gli è stata diagnosticata una polmonite bilaterale”.
Ora Lorenzo sta molto meglio: “Sì, è un ragazzone di un metro e novanta... per fortuna ha superato la fase difficile, ma sta facendo la quarantena in un Covid hotel e poi, finalmente, tornerà a casa. Avendo felicemente superato quest’avventura, ho creduto giusto allertare gli altri genitori, come a dire: tenete alto il livello di attenzione, il controllo, perché non è vero che i giovani sono immuni e, nonostante le varie precauzioni, può succedere quello che è capitato a noi”.