A Matteo Salvini il pareggio del Milan di sabato sera a San Siro contro il Verona non è andato giù. Il segretario della Lega, tifoso rossonero sfegatato, si è arrabbiato moltissimo quando la sua squadra allo scadere si è fatta raggiungere sul 2-2 con il gol messo a segno da Nico Lopez.
Per Matteo Salvini uno dei maggiori responsabili in campo è stato Muntari. Il centrocampista, a suo giudizio, ha giocato male, offrendo una prestazione insufficiente e opaca, così a fine match è partito un tweet ironico e velenoso.
"Gli #immigrati che lavorano bene sono i benvenuti. Quindi #Muntari può tornare a casa sua. #Salvini #Lega @matteosalvinimi", ha cinguettato. Il tweet in questione, accolto favorevolmente da altri tifosi e 'followers' del segretario della Lega, ha invece fatto arrabbiare Balotelli. Mario, infuriato, sul suo profilo social ha voluto replicare.
Balotelli, infuriato con Matteo Salvini per il tweet contro Muntari, ha scritto: “Ma questa persona è seria quando dice questo o cosa? E’ pure un politico? Allora votate me, è meglio”.
Tantissimi i commenti favorevoli anche per il calciatore del Liverpool, ex compagno di squadra di Muntari, giocatore di colore come lui. Mario, forse anche per questo, è corso subito in sua difesa, per evitare che il tweet in questione scatenasse ancor più del solito commenti razzisti: lo sportivo rimane comunque assolutamente molto sensibile al problema, che è ancora, purtroppo, di grande attualità pure nel calcio.
La controreplica di Matteo Salvini, però, non si è fatta attendere. "Senso dell'umorismo di #Balotelli pari a sua educazione in campo. Arrabbiato per mie critiche a #Muntari? Take it easy Mario! #Salvini #Lega", ha sottolineato il politico sempre su Twitter. Tra l'altro proprio Salvini in passato con Balotelli non era stato tenero. "I fischi e gli insulti nel calcio ci sono sempre stati. Ma se i buuu arrivano a Balotelli è perché fuori dal campo è un cretino e non ha niente da insegnare”, aveva detto. La querelle, forse, non finirà qui e Mario è infuriato pure per questo...
