- Il critico d’arte 71enne parla dell’addio della premier 46enne al giornalista 42enne padre della figlia
- “Era difficile difenderlo, ma certamente non ha tradito un patto d’amore”
Vittorio Sgarbi non riesce a esimersi dal farlo. Il famoso critico d’arte e politico 71enne commenta lo scandalo del momento. In un lungo articolo scritto per Il Giornale parla dell’addio della premier al giornalista padre della figlia Ginevra 7 anni. Giorgia Meloni e Andrea Giambruno tengono banco ancora una volta con la loro clamorosa rottura, arrivata dopo i fuori onda del 42enne resi pubblici da Striscia la Notizia. Il post pubblicato su Instagram in cui la Presidente del Consiglio 46enne ha annunciato lo scorso venerdì la separazione dal compagno fa rumore pure a distanza di giorni. “Meloni conosceva il temperamento di Giambruno, prendere le distanze da lui è crudele”, sottolinea Sgarbi.
“Sarebbe stato impensabile, qualche anno fa, un congedo come quello di Giorgia Meloni dal suo compagno, scoperto in flagrante fuori onda da Striscia la Notizia, dopo aver condiviso sentimenti e divertimenti, amandosi e giocando con caratteri e gusti inevitabilmente compatibili, anche se con ruoli impari”, scrive Vittorio.
“Come credere che lei non ne conoscesse il temperamento e, per scoprirlo, abbia dovuto aspettarne un’esibizione televisiva rubata? Che fino a quel momento Giambruno non si fosse rivelato? - sottolinea Sgarbi - Evidentemente il costume è cambiato, e anche i rapporti tradizionali subiscono mutamenti. Con l’uomo, più debole, che viene licenziato platealmente e senza preavviso. Una storia si interrompe per colpi di scena e la sfera privata diventa spazio pubblico, ci riguarda anche se non lo vogliamo. Non ci interessano solo gli atti della presidente del Consiglio, ma anche i sentimenti e le insofferenze che si manifestano attraverso messaggi sui social e agenzie”.
Lo storico, saggista, personaggio tv non è impietoso nei confronti di Andrea. Anzi. “Giambruno non è stato elegante, ma giocava; e la prima a conoscerlo, e a condividerne il temperamento allegro e guascone, era certamente la sua compagna. Era difficile difenderlo, ma certamente non ha tradito un patto d’amore, tant’è che nel messaggio che la premier ha consegnato ai social gli è stata confermata l’amicizia. Ha involontariamente rivelato la sua natura, nota a lei sola”, precisa.
Poi chiarisce: “Prendere le distanze da lui, tradito dalla televisione in cui gioca, è crudele, ma si può capire: non per la donna, complice, ma per la presidente del Consiglio, che non se lo può permettere. I rapporti cambiano, e la sfera del privato non è più esclusiva. Non sono più Giorgia e Andrea. E lui sembra non averlo capito. Non si può più giocare in due. E il ‘sessismo’ è un nuovo reato”.
Per Vittorio oggi con la scusa del “sessimo” e “maschilismo” oggi “non si può più scherzare”. “E lo dimostra, esemplarmente, il caso Giambruno. Evidentemente ignaro della congiura delle parole che incollano chiunque pensi di poter fare battute sul sesso, oggi improponibili, alla sua minorità. - scrive Sgarbi - E lo fanno colpevole anche dello scherzo. Finito il gioco, finito il divertimento, finita l’ironia. Essere ridicoli non è né un alibi, né una giustificazione. Sarebbe inimmaginabile oggi l’umorismo che rese celebre il Gastone di Petrolini: ‘Gastone, sei del cinema il padrone. Gastone, ho le donne a profusione e ne faccio collezione’”.