''Mi auguro Moana Pozzi sia in vita'': Euridice Axen, che ha interpretato la regina dell’hard, parla dell’ipotesi che la diva a luci rosse non sia morta

  • La 42enne metà italiana e metà svedese ha vestito, o svestito, i panni di Moana in una serie
  • Con Il Corriere della Sera ha riflettuto anche sull’ipotesi che la Pozzi sia ancora viva

Euridice Axen ha parlato di Moana Pozzi con il Corriere della Sera. L’attrice 42enne ha infatti interpretato la leggenda dell’hard nella docu-serie Discovery+ ‘Essere Moana’, disponibile dal 9 settembre.

Tra le altre cose l’interprete per metà svedese ha anche fatto un’ipotesi sulla fine di Moana, ufficialmente morta nel 1994 in Francia, sebbene il suo decesso sia sempre stato avvolto nel mistero e ci sia chi sostiene la teoria secondo cui sarebbe ancora viva.

Euridice Axen, 42 anni, sul set nei panni di Moana Pozzi

Parlando di lei ha detto: “Con la morte prematura, e misteriosa, è entrata nella leggenda, come Marilyn a cui mi sono ispirata. Moana è la nostra Monroe per quel senso di inafferrabilità, quella risata piccola che sfuggiva, come se nascondesse qualcosa, ma era meno fragile”.

“Sorrideva anche su domande serie, c’era questo stacco netto tra il suo mestiere e la sua essenza. Aveva il sorriso enigmatico della Gioconda”, ha aggiunto.

Sebbene sia ufficialmente morta nel 1994 a soli 33 anni, Moana Pozzi secondo qualcuno sarebbe ancora viva e si sarebbe "ritirata" volontariamente dalle scene

Quindi sulla possibilità che Moana sia ancora in vita ha affermato: “Si è parlato tanto se sia ancora in vita da qualche parte, io la vedo molto dura, ne parlo nella docu-serie dove si adombra che forse avesse deciso di sottrarsi una volta malata, forse morì qualche mese dopo. Mi auguro sia in vita ma la vedo dura”.

La Axen ha anche sottolineato come per lei interpretare un personaggio come la Pozzi davanti alla telecamera non sia stato un problema, almeno dal punto di vista delle scene di nudo. “Quando reciti il pudore non esiste. Mai avuto grandi problemi col nudo, non ho bisogno della grande firma per spogliarmi, se ha un senso e aggiunge al racconto. Sono altre le cose che mi imbarazzano, ho la sindrome della tavolata, quando al ristorante scatta una confidenza eccessiva col vicino di sedia”, ha concluso.