La bomba è esplosa anche se Michael Jackson non c'è più. E' stato il Sunday People a lanciarla, pubblicando alcuni documenti dell'Fbi, finora rimasti top secret. Secondo le carte la popstar avrebbe pagato il silenzio sui suoi abusi sessuali sganciando ben 35 milioni di dollari alle vittime, circa due dozzine di teenager, pur di farli rimanere in silenzio.
I documenti sembrerebbero davvero parlare chiaro: Michael Jackson avrebbe iniziato ad abusare dei minori nel 1989, continunado per tutti gli anni '90. Tutto sarebbe avvenuto nella tenuta del cantante, Neverland, dove, almeno secondo il Mirror, amava guardare film porno con i bimbi, toccarli, accarezzarli e giocare con le loro parti intime. L'Fbi, indagando su Anthony Pellicano, investigatore privato di molte celebrità a Hollywood, e per questo coinvolto pure in molti casi di spionaggio, avrebbe scoperto la verità nel 2002. Sarebbe stato assunto da Jackson per gettare acqua sul fuoco e così disinnescare le accuse di pedofilia.
Fra i documenti sequestrati al detective, ce n'erano molti che provavano la colpevolezza di Michael, confermati pure alla stessa Fbi da un collaboratore dell'uomo. I fascicoli in questione, però, non sono mai stati dati ai pubblici ministeri, neppure quando nel 2005 la star fu accusata di molestie sessuali in un'aula di tribunale.
Il collaboratore di Pellicano è stato portato a dover ammettere la verità quando si è trovato davanti alla causa milionaria intentata agli eredi dal coreografo Wade Robson, uno dei tanti piccoli che negli anni '90 avevano frequentato Neverland. L'investigatore è stato costretto a confermare di conservare almeno una copia delle carte dell'Fbi in cui ci sono nero su bianco i nomi di circa di circa 17 vittime, tra questi cinque bambini attori e due ballerini.
Jackson rimane per tutti leggenda, ma sul Re del Pop si addensa una fitta nebbia e la sua memoria torna a essere macchiata dalla più terribile delle accuse.