Michelle Hunziker si difende dalle accuse sul social. In molti hanno insultato la showgirl per non aver postato nulla dopo la morte di Fabrizio Frizzi. Il suo silenzio è stato additato, ma la svizzera in un lungo post rivendica la libertà di vivere il lutto in modo privato e replica.
Michelle Hunziker spiga il perché del silenzio su Fabrizio Frizzi. Replica senza aggressività, esprime la propria idea senza timore. “In questi ultimi 2 giorni ho riflettuto riguardo un fenomeno assurdo che sta accadendo nel “mondo dei social” e che, con mio grande dispiacere, mi ha toccato da vicino. Molte, troppe persone stanno perdendo completamente il senso della vita reale sentendosi in assoluto potere, nella loro ipocrisia, di decidere cosa sia giusto dire o fare in determinate situazioni o a seguito di determinati fatti del quotidiano”, scrive su Facebook.
“Un esempio lampante è il modo in cui queste persone sui social si aspettino di come gli “altri” debbano affrontare il proprio lutto. Danno per scontato che un personaggio pubblico debba per forza postare sempre qualcosa o rispettare un assurdo silenzio imposto quando qualcuno purtroppo viene a mancare”, sottolinea ancora Michelle Hunziker, replica a chi l’addita per il silenzio su Fabrizio Frizzi dopo la scomparsa del noto conduttore tv.
“In primo luogo, da che mondo è mondo, ognuno dovrebbe affrontare il lutto come vuole, come può e a sua completa sensibilità e discrezione. Non è assolutamente detto che si abbia sempre voglia di rendere pubblico il proprio dispiacere sui social e non è nemmeno detto che una persona non soffra perché non lo annuncia in un post”, chiarisce la 41enne.
Michelle poi precisa cosa rappresentino per lei i social: "I social network, per me, sono e dovrebbero restare un posto dove tutti possono dare sfogo alla propria creatività e non il contenitore di falsa moralità e totale ipocrisia. Mi sono personalmente venute a mancare molte persone care nella vita e ogni volta cerco di affrontare il mio lutto con amore, l’unica via possibile per me”.
Infine conclude lapidaria: “Spero pertanto che tutti coloro che mi hanno scritto come devo o non devo affrontare la scomparsa di un caro collega, che ho amato come tutti moltissimo, si facciano un esame di coscienza”.