Michelle Hunziker in aula al tribunale di Rimini nelle dichiarazioni spontanee che ha reso dopo l'arringa del suo avvocato, Giulia Bongiorno, è andata contro il talent scout di Riccione, Rodolfo Mirri, che, come denunciato da lei stessa molto tempo fa, le fece un ricatto sessuale in cambio della promessa del successo. "Quando ho scoperto che il format di Mirri dopo 20 anni era lo stesso, ho pensato di dover aiutare gli altri. Non potevo stare in silenzio", ha spiegato la showgirl svizzera 39enne.
Michelle Hunziker nel processo giunto alle fasi conclusive è imputata insieme all'inviato di Striscia la notizia Max Laudadio. Entrambi furono denunciati dal talent scout dopo una trasmissione del tg satirico del 17 marzo 2010. La moglie di Tomaso Trussardi è accusata di diffamazione, Laudadio anche di altri reati insieme ad una collaboratrice e a due finte clienti di Mirri.
Michelle, nel parlare, ha fatto riferimento a quanto ha sempre sostenuto in precedenza: Il metodo di reclutamento delle giovani per il mondo dello spettacolo da parte del talent scout sarebbe stato basato sul sesso. Nella scorsa udienza il Pm aveva chiesto un anno e quattro mesi per Laudadio, sei mesi per Michelle Hunziker, pene da nove mesi a un anno per le 'complici'. La sentenza è prevista per il 23 settembre.
Nella sua arringa l'avvocato Bongiorno ha spiegato come non sussistano i presupposti della diffamazione perché la propria assistita non aveva un interesse privato, ma solo la volontà di denuncia pubblica. Michelle Hunziker ha sentito il bisogno di tutelare "le bambine, le ragazze". "Per far capire loro che non si ha successo facendo sesso. E' vero, il mondo dello spettacolo è duro, ma solo se funzioni hai successo. Il ricatto sessuale nei confronti delle minorenni per noi è una violenza", ha aggiunto la bionda parlando con i giornalisti fuori dal palazzo di Giustizia. "Mi ha fatto impressione vedere Michelle sul banco degli imputati invece che su un piedistallo per il suo impegno", ha sottolineato Giulia Bongiorno.
Il talent scout, che ha sempre negato di aver usato il ricatto sessuale, avrebbe anche chiesto un risarcimento da 1 milione e mezzo. Laudadio e le collaboratrici rispondono pure di violazione di domicilio, sostituzione di persona, interferenze illecita nella vita privata e discredito e ostacolo all'attività professionale.