- Charlotte Lazzari, sposata con Kadiu dal 2018, ha affrontato il delicato tema in un post
- Ha ammesso di non essere sempre in grado di rimanere forte, ma non perde la positività
La moglie del ballerino Kledi Kadiu ha emozionato i suoi follower social con una tenera dedica al figlio Gabriel, nato due anni fa e colpito immediatamente da una grave malattia.
Charlotte Lazzari ha condiviso una foto del piccolo venuto al mondo nell’agosto del 2021 e ha scritto su Instagram: “Gabriel, un giorno ti racconterò di quanto sei stato forte. Ti racconterò i momenti in cui lo siamo stati insieme ma anche quelli in cui io, non lo sono stata per niente. Lo farò perché meriti assoluta verità e per ricordarti che spesso le salite più ripide e difficili nascondono panorami che ti tolgono il fiato”.
“Tu per me sei già quel panorama perché ogni giorno vissuto con te è uno spettacolo per cui vale la pena pagare il biglietto”, ha aggiunto. Sotto al post è subito comparso il commento dello stesso Kledi, 49 anni: “Amore nostro grande”.
La coppia, sposata dal 2018 e che ha già una figlia di 7 anni, Lea, aveva rivelato oltre un anno fa che il loro secondogenito è stato colpito dalla meningoencefalite dopo il parto. Era stato Kledi a scrivere un lungo post social per spiegare la situazione.
Aveva raccontato: “Charlotte ed io abbiamo deciso di raccontare un pezzo della nostra storia sperando che questa condivisione possa essere d’esempio alle mamme e i papà che stanno percorrendo un viaggio simile al nostro. Abbiamo aspettato il momento giusto per farlo, salvaguardando in primis nostro figlio, la sua sorellina e la nostra energia”.
“A 13 giorni dal parto Gabriel ha manifestato febbre e forti convulsioni, espressione di una diagnosi piuttosto complessa: meningo-encefalite. L’inizio di un calvario che ci ha davvero messi a dura prova. Gabriel è sopravvissuto e dopo aver riaperto gli occhi, passo dopo passo e con l’audacia di un eroe ha messo in campo tutta la sua forza per riappropriarsi di ciò che questo brutto imprevisto gli ha tolto. Dopo oltre un mese e mezzo di ricovero in terapia intensiva e tanti, tantissimi esami siamo tornati a casa, consapevoli che il percorso di ripresa sarebbe stato lungo e impegnativo”, aveva aggiunto.
“Abbiamo intrapreso fin da subito un percorso di riabilitazione precoce che ci ha permesso di capire fino in fondo come aiutare nostro figlio al meglio attraverso il gioco e la stimolazione finalizzata”, aveva sottolineato.
“Non vogliamo nasconderci dietro alle parole fingendo che sia tutto semplice ma crediamo immensamente nella neuro plasticità, nella sconfinata forza di volontà del nostro piccolo guerriero, nella costanza e nell’amore come miglior stimolo all’apprendimento”, aveva continuato.
“Ed è proprio per questo che abbiamo deciso di condividere la nostra storia. Quando succedono cose del genere si tocca il fondo e può essere difficile trovare la forza per tornare in superficie. La differenza possono farla le persone che si sceglie di avere al proprio fianco e i professionisti a cui si affida la crescita del proprio bambino. Non è semplice tradurre in poche righe il nostro sentire, sicuramente ci sentiamo immensamente grati per avere Gabriel al nostro fianco che ogni giorno ci insegna quanto prezioso sia il dono della vita”, aveva concluso.