- Federica Luna Vincenti e il 78enne, insieme dal 2002, sono genitori di Gabriele, 18 anni compiuti a febbraio
- Li unisce l’amore per il figlio e la perdita di una bambina al settimo mese di gravidanza che lei ha partorito
Federica Luna Vincenti, moglie di Michele Placido, debutta per la prima volta come attrice in Eterno Visionario, diretto dal marito 78enne, tra le pellicole più attese alla Festa del Cinema di Roma. Al Corriere della Sera la 41enne, anche produttrice, cantante e compositrice, che ora studia da direttore d’orchestra, racconta il rapporto con l’artista, con cui sta insieme dal 2002. Lei ha 37 anni meno di lui: sono genitori di Gabriele, 18 anni compiuti lo scorso febbraio. “La più vecchia tra noi due sono io”, sottolinea.
Tra lei e Placido, genitore anche di Violante, Michelangelo e Brenno, avuti da Simonetta Stefanelli, e Inigo, nato dal legame con Virginie Alexandre, l’incontro è stato fulminante. Federica spiega: “Recitava a Parabito, dove sono nata. Avevo 19 anni. Lo rividi l’anno dopo a Roma. Abitavo in un pensionato con altre allieve dell’Accademia. Al matrimonio a Cisternino, dove cantò Al Bano, c’era la gente sui tetti delle case”. Michele è “stata una montagna da scalare. Ero timida, non avevo autostima. Ho dovuto indossare una corazza, mettermi in disparte e sostenere, con una scelta naturale il grande talento di Michele, far sì che le radici attecchissero. Sarebbe stato facile avere una prima parte in uno dei suoi film”.
La Vincenti viene dall’Accademia d’arte drammatica, ma ha sempre sentito la produzione come primaria. Placido l’ha lasciata fare: “Non ha mai voluto mettere bocca”. Ha ripreso a recitare, le piace. Confessa: “Pregiudizi? Eccome se ci sono stati. Il più tenero è che approfittassi di Michele. Ma la più vecchia tra noi due, con i miei acciacchi fisici, sono io. La mia risposta è stata quella di lavorare”. Si definisce “Concreta, granitica, rigida perché la notte i problemi di budget non ti fanno dormire. Pensare che fino a 25 anni ero di una timidezza incredibile”. E sottolinea: “Lavoro con 12 donne (un caso che lo siano) e Gabriele, il figlio mio e di Michele”.
Lavorare col marito è stato bello. Federica precisa: “Abbiamo un’intesa artistica viscerale, Michele mi dice sempre: quando recito mi fido solo di te. Così mentre si truccava mi diceva di impostare una scena o di sistemare le comparse. Poi abbiamo i nostri litigi, lui dopo mezz’ora dimentica tutto, io tengo un po’ di più il broncio”. Quando le si domanda cosa la unisca a lui rivela: “Gabriele, e una profonda cicatrice, il dolore per la perdita, al settimo mese, di nostra figlia. E ho partorito. Sono cose che non si possono raccontare come una partita di carte. Quel dolore alla pancia, quell’emotività così nuda e forte la vivo ancora oggi su ogni mio progetto”.