- L’ex premier, leader di Forza Italia e fondatore di Mediaset aveva 86 anni
- Si è spento stamane all’ospedale San Raffaele di Milano
Silvio Berlusconi, l’uomo che ha fortemente segnato la storia politica dell’Italia negli ultimi 30 anni, è morto. E’ finita un’era. L’ex premier, leader di Forza Italia e fondatore di Mediaset aveva 86 anni. Si è spento stamane all’ospedale San Raffaele di Milano.
Imprenditore e presidente del Consiglio per quattro governi, Berlusconi, grazie al suo carisma, è riuscito a influenzare il costume della società italiana. Con il suo impero mediatico ha stravolto le regole dell’informazione e dell’intrattenimento. E’ stato anche fortemente protagonista nel mondo dello sport grazie ai successi sportivi con il suo Milan, per anni la più forte squadra del mondo.
Conosciuto con il soprannome “il Cavaliere” per l’onorificenza dell’ordine al merito del lavoro ricevuta nel 1977, Berlusconi era tornato al San Raffaele lo scorso venerdì, dopo un lungo ricovero, durato ben 45 giorni, terminato il 19 maggio, a causa di una polmonite e di una forma di leucemia mielomonocitica cronica. Si diceva che dovesse solo fare controlli di routine, anticipati per valori che non erano tornati a posto. Nelle ultime ore, però, il peggioramento. In ospedale, dove già si trovava Marta Fascina, sono subito accorsi il fratello Paolo e i figli.
Silvio Berlusconi ha avuto due mogli, Carla Dall’Oglio e Veronica Lario, e due compagne, Francesca Pascale e Marta Fascina, sposata 'simbolicamente' a marzo 2022 nella piccola cappella di Villa Gernetto a Lesmo, in Brianza. Lascia cinque figli e sedici nipoti. Nel suo famoso discorso del 1994, quando annunciò la sua candidatura alla presidenza del Consiglio in tv, lanciandosi dal mondo dell’imprenditoria a quello della politica, disse: “L’Italia è il Paese che amo. Qui ho le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti. Qui ho imparato da mio padre e dalla vita, il mio mestiere d’imprenditore. Qui ho anche appreso, la passione per la libertà. Ho scelto di scendere in campo, e di occuparmi della cosa pubblica, perché non voglio vivere in un Paese illiberale governato da forze immature, e da uomini legati a doppio filo a un passato politicamente ed economicamente fallimentare”.