Le dimissioni non arriveranno, almeno non ora. Nicole Minetti, la consigliera regionale più contestata d'Italia, dopo il polverone che l'ha convolta per l'ennesima volta, ha deciso di dire la sua in un'intervista a Chi.
"Io non sono andata ad Arcore perché Silvio Berlusconi ha chiesto le mie dimissioni. Il presidente le mie dimissioni non le ha mai chieste - ha spiegato al settimanale - Berlusconi mi ha detto che non dovevo farlo. Per due motivi. Le mie dimissioni agli occhi di tanta gente sarebbero apparse come un'ammissione di colpa, anche riguardo dell'inchiesta giudiziaria in corso. E poi, dato che per natura lui è una persona combattiva, mi ha esortato a resistere". E ha aggiuno: "Questo è importante dirlo, d'altronde, le dimissioni sono un fatto estremamente personale. Nessuno può obbligare un rappresentante delle Istituzioni a dimettersi. Non sono neppure andata, come ho letto da qualche parte, a contrattare la mia buonuscita. Non stiamo parlando di calciomercato. Sono andata dal presidente semplicemente per capire come poter gestire la bufera mediatica, che si è creata intorno a questo caso. L'ho chiamato io per chiedergli un colloquio, tutto qui".
Le dichiarazioni dei suoi colleghi in politica l'hanno amareggiata e delusa: "Ad Alfano hanno chiesto: "La Minetti si deve dimettere prima di lunedì?". La domanda era forte, perché sembrava che mi avessero beccata a rubare in banca. E lui ha detto: "Sì". Peccato che non abbia motivato questa risposta". La Santanché, poi, "Non è stata tenera nei miei confronti. Ha detto: "L'era delle Minetti è finita". Che cosa voleva dire? Mi aspettavo da lei un minimo di solidarietà. Facciamo ogni giorno una guerra, sgomitando per accaparrarci le nostre piccole vittorie, soprattutto in politica, che è un mondo dominato dai maschi. E poi parli così? Le sue dichiarazioni mi hanno delusa".
Per il suo addio alla Regione Lombardia dovranno attendere: "Se prima ero orientata alle dimissioni, dopo tutto quello che mi hanno scaricato addosso, un po' mi sono incattivita. Comunque una cosa è certa: se deciderò di dimettermi, lo farò prima di ottobre. Così chiuderei la bocca a quelli che pensano che io mi dimetterò solo dopo che sarà passata più della metà della legislatura per prendermi la pensione". Il Cavaliere è stato il primo a cui ha pensato per un consiglio, nonostante in un'intercettazione lo abbia definito "un pezzo di m....": "Quando si è infuriati, si esagera, si dicono cose che non si pensano anche delle persone a cui si vuole più bene». Poi, il chiarimento: «Se avessi avuto davanti a me un burrone mi ci sarei buttata a volo d'angelo. Ho alzato il telefono e l'ho chiamato. Mamma mia, che paura... Stavo malissimo. Grazie al cielo, lui è un grande, ha capito e mi ha perdonata". Rimane un punto di riferimento importantissimo, Nicole, però, non sa cosa farà da grande e potrebbe anche tornare al mondo dello spettacolo da cui è partita, anche se il desiderio più grande è una famiglia, trovare l'uomo giusto però è difficilissimo: "Sono esigente. Ho bisogno di provare forti emozioni. E poi tutti gli uomini, non appena mi conoscono, si chiedono sempre la stessa cosa: "Ma sarà vero quello che si dice di lei e di cui l'accusano?" E' un fardello che mi porto dietro". Da carnefice a vittima, solo di se stessa?
Foto: C.Mangiarotti © Gossip.it