Oscar Generale, noto produttore cinematografico, offre una parte a Hollywood a chi denuncia il "Weinstein italiano" di cui si sta tanto parlando dopo il video de "Le Iene". Si tratta di un misterioso e potente regista reo a quanto pare di molestie sessuali.
Oscar Generale sul suo profilo Facebook, come riporta anche il Corriere della Sera, lancia un appello forte e chiaro, chiedendo il nome di quel "potente regista italiano di cui si sta tanto parlando, ma ancora ha identità sconosciuta, perché non si ha il coraggio di denunciare nome e cognome per paura di non lavorare più".
Generale vive a Los Angeles da 20 anni e fa il produttore a Hollywood ma ha origini italiane e si dice "inorridito nel leggere tutti questi articoli circa il potente regista italiano". Per questo fa una proposta: "Offro una parte in un film internazionale a Hollywood all’attrice che avrà il coraggio di denunciare in video il nome del potente regista italiano".
L'appello di Oscar Generale viene applaudito sul social. La stessa Simona Ventura commenta: "Fuori il nome subito!".
"Voglio dare l’esempio - spiega il produttore - Ogni giorno mi contatta tanta gente per avere consigli. In Italia lavorano sempre i soliti registi e attori e per i film vengono assegnati finanziamenti statali. Finiamola con il far lavorare sempre i soliti personaggi".
"In Italia ho fatto l’elettricista. Per arrivare a Hollywood ho dovuto fare mille sacrifici cambiando mille lavori: panettiere, casellante, imbianchino e ho anche aiutato un amico nelle stalle a pulire le mucche. Poi facevo l’agente nel tempo libero - racconta Generale - Questa mia provocazione ha il valore di uno sfogo per quelle persone che hanno un sogno e viene distrutto. Nello scrivere il mio post mi sono basato su quello che ho visto e sentito in un filmato delle Iene. Nel mondo di Hollywood sono abbastanza conosciuto. Ho fatto film con John Travolta che è padrino di battesimo di mia figlia (nata dalla relazione con l'ex Miss Italia Denny Mendez, ndr), con Andy Garcia e Nicolas Cage. Mi sono conquistato credibilità. Non accetto che nel cinema italiano ci siano persone che non possono fare nomi perché hanno timore di una persona potente che non le faccia più lavorare".