Per la giudice Thokozile Masipa non ci sono dubbi. Oscar Pistorius è colpevole di omicidio colposo. L'ex atleta è stato giudicato a Pretoria per l'assassinio della fidanzata Reeva Steenkamp, uccisa a colpi di pistola il giorno di San Valentino 2013.
La prima accusa, quella di omicidio premeditato, è invece caduta. La pena sarà deliberata in seguito, dato che in Sudafrica non ne esiste una predefinita per questo tipo di reato. Rischia fino a 15 anni di carcere, ma potrebbe comunque farla franca con la condizionale, così da ricominciare la sua carriera sportiva.
Alla lettura del verdetto, "decisione unanime" della Corte, Pistorius, 27 anni, che durante il processo aveva più volte chiesto di essere perdonato, è rimasto con il volto impassibile sul banco degli imputati. Ha guardato fisso il giudice 66enne, una donna di umili origini, senza esternare forti emozioni. I genitori di Reeva, invece, hanno più volte scosso la testa. Alcuni amici della modella morta si sono fatti cupi, trattenendo le lacrime per una sentenza che non li soddisfa.
Thokozile Masipa ha deciso che il campione paralimpico, amputato di entrambi gli arti inferiori, è vero che ha sparato intenzionalmente attraverso la porta del bagno della casa dove abitava con Reeva, ma non aveva intenzione di uccidere la persona che stava dietro di essa. "Agì con negligenza e irragionevolezza", ha spiegato. Oscar è stato anche assolto dell'accusa di possesso illegale di armi e munizioni, ma è stato comunque ritenuto colpevole di negligenza per aver fatto partire un colpo da una pistola in un affollato ristorante di Johannesburg pochi mesi prima dell'omicidio della compagna.
Pistorius ha sempre sostenuto che quanto tutto è accaduto per puro caso. "Mi sono svegliato per chiudere la porta scorrevole del balcone e prendere un ventilatore, e ho sentito un rumore nel bagno. Avevo paura e non ho acceso la luce. Ho preso la pistola e sono andato verso il bagno. Ho urlato all'intruso. Mi sentivo vulnerabile perché non avevo le protesi allacciate - aveva raccontato in aula - Ho sparato dei colpi attraverso la porta del bagno e ho detto a Reeva di chiamare la polizia. Sono tornato a letto e ho realizzato che Reeva non c'era. E' stato allora che ho pensato che poteva essere lei in bagno. Ho aperto la porta a calci. Ho chiamato i paramedici e la sicurezza del complesso residenziale. Ho provato a portarla giù per le scale per chiedere aiuto, ma mi è morta tra le braccia. Ho capito dopo che Reeva è andata in bagno mentre io sono andato a chiudere la portafinestra del balcone". Secondo l'accusa, invece, i due fidanzati avevano litigato nella camera da letto, e Pistorius avrebbe ucciso a sangue freddo Reeva, fingendo poi il tragico incidente.