Paola Ferrari, la querela a Twitter va avanti

Ospite da Daria Bignardi a "Le invasioni barbariche", Paola Ferrari ha parlato di politica, di amici e di social network. La conduttrice della Domenica Sportiva ha 'rischiato' di diventare assessore regionale alla cultura in Lombardia. La proposta era arrivata. "Il Pdl aveva bisogno di volti nuovi lontani dalla vecchia politica", ha spiegato. Per farlo avrebbe lasciato momentaneamente la tv. Non è andata, Paola, però, si è infuriata con Maroni che avrebbe detto: "La Ferrari non l’abbiamo neanche mai presa in considerazione". "Qualche anno fa mi sono candidata con la Destra di Storace perché mi sembrava importante che una donna potesse guidare il Paese", ha continuato la Ferrari. "Daniela Santachè?", ha domandato ironica la Bignardi. "Sì, è una mia grande amica e le mie amiche non hanno mai un carattere debole". "Quindi basta essere amiche per fare politica?", ha replicato sarcastica Daria.

Poi si è passati a Twitter e la denuncia che l'ha vista protagonista. Nel giugno scorso, dopo essere stata bersagliata da prese in giro sul social relative alle rughe e all'ipotesi di essersi 'rifatta', Paola Ferrari ha fatto partire la sua querela. "Sono stufa che le donne debbano sempre essere giudicate dagli uomini sulla loro minore o maggiore bellezza o sull’età. Se una donna è vecchia e non ci tiene a truccarsi, va bene, se si vuole rifare, che si rifaccia: noi siamo come siamo e questo non può essere un problema!", ha precisato la giornalista, motivando la battaglia intrapresa. L'azione giudiziaria va avanti, lentamente perché la sede di Twitter non è in Italia. Attraverso l'anonimato non si può decidere di demolire qualcuno senza motivo. Lei la pensa così. E' come allo stadio: vada per gli sfottò, ma stop agli insulti razzisti.

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