Kimberly Van Der Beek, moglie di James, il celebre Dawson della serie tv per adolescenti andata in onda dal 1998 al 2003 “Dawson’s Creek”, è la mamma di due bimbi, Olivia (2 anni) e Joshua (7 mesi). La bella rossa racconta a People la sua esperienza con la sua prima gravidanza e perché ha scelto di partorire in casa il suo secondogenito: “Due anni fa avevo disegnato il mio piano per dare alla luce mia figlia, Olivia: parto naturale, niente epidurale, niente Pitocin, niente medicinali”. Non è andata poi in modo così idilliaco. Cominciate le contrazioni, la donna si è recata nell’ospedale dove si era già preregistrata e ha dovuto compilare altri moduli, tanto che ha smesso di dilatarsi e di avere contrazioni. Le è stato quindi detto di tornare a casa, ma, grazie a James e al suo medico che hanno seguito il suo istinto, è rimasta. Due ore dopo il travaglio è cominciato e a causa dei suoi muscoli troppo tesi ha dovuto sottoporsi non solo all’epidurale, ma anche al Pitocin.
Olivia è nata il 25 settembre 2010: “Per Joshua ho scelto lo stesso dottore, la stesa doula Yvonne e lo stesso ospedale. Ma questa volte, a 37 settimane, c’è stata una differenza: ho scoperto che Joshua era podalico”. Kimberly avrebbe quindi dovuto sottoporsi al taglio cesareo. Invece la donna si è rivolta a un rinomato chiropratico per tentare di girare il bambino, che l’ha poi messa in contatto con il Dr. Stuart Fischbein. “Avevo seriamente preso in considerazione il parto in casa per Olivia, ma dopo averne parlato i miei amici più intimi e i membri della mia famiglia mi hanno chiesto: ‘Perché rischiare?’ Il dottor Fischbein ha scacciato via tutte le paure sul partorire in casa. Attraverso una lista di sette punti per vedere se io e Joshua eravamo buoni candidati per un parto podalico in casa, siamo risultati idonei. Sono andata a casa, ho fatto le mie ricerche e ho pregato”. Il 13 marzo 2012, grazie al totale supporto di James in tutta la faccenda, Kimberly ha dato alla luce il piccolo: “Yvonne – sempre rassicurante e presenza calmante – mi ha aiutato ancora una volta con le contrazioni. Ho trovato il mio ritmo, la mia sicurezza e ho lasciato fare al mio corpo il suo lavoro. Alle 7:42 di mattina Joshua era tra le braccia di James nel nostro letto mentre il sole sorgeva. Sì, è stato doloroso. Ma è stato anche pacifico e perfetto. Un’ora dopo ero sotto la doccia e quella sera abbiamo cenato a casa, tutti e quattro. Credo fermamente che una donna possa pianificare il proprio parto dove e come le è più comodo. E per prendere tale decisione, è cruciale avere delle opzioni”.