Condannata a a 26 anni come mandante dell'omicidio del marito Maurizio Gucci, ucciso con tre colpi di pistola il 27 marzo del 1995, Patrizia Reggiani ne ha scontanti 17. Nel settembre del 2013, il magistrato di sorveglianza ha disposto la sua scarcerazione per affidarla ai servizi sociali. Fra pochi giorni inizierà a lavorare, da Bozart, la più lussuosa maison di bijoux. Al settimanale Chi la donna racconta i giorni passati in carcere e conferma di aver tenuto, grazie a un permesso speciale, ben due furetti durante la sua permanenza a San Vittore. Il primo è stato accidentalmente schiacciato da una sua compagna di cella, Paola, che lo ha poi seppellito in giardino. Anche Bambi è morto, ha mangiato il guano dei piccioni a cui, sempre Paola, da va mangiare, e si è intossicato.
Parlando della madre e delle figlie dichiara: "Mi hanno sempre sostenuto, ma credo che per loro, per le mie figlie, intendo, sia stata anche più dura che per me, perché tenere la testa alta con una madre in carcere è tremendo". Una madre condannata "quale mandate dell'omicidio del loro padre - aggiunge Patrizia - Loro sono sempre state dalla mia parte e non hanno mai avuto dubbi sulla mia non colpevolezza. O, almeno, a me non hanno mai detto il contrario".
La Reggiani racconta che mentre si trovava dietro le sbarre cucinava sempre per le sue compagne di cella. Soprattutto la sua pizza ha riscosso un enorme successo, apprezzata anche dai seminaristi che tutti i sabati si univano a loro per cena. Poi rivela della sua relazione con Renato Verona, dopo la separazione da Maurizio Gucci, che lei ha soprannominato Orsetto. Non stanno più insieme "ma mi è stato accanto - afferma - per tre anni durante la detenzione. E' finita per un golf di cachemire: lui, per ogni compleanno mi regalava un golf di cachemire. Beige, nero, blu... E io a un certo punto gli ho detto: 'Ma basta, mandami qualcosa di diverso'. E lui mi ha mandato un golfino grigio con una cosa, con tutto un cappuccio grigio. Allora ho detto basto, mi sono offesa. E lui a sua volta si è offeso". Patrizia è tornata con la memoria al matrimonio con Gucci, il suocero non approvava l'unione, "pensava fossi una cercatrice di denari. Non venne alle mie nozze". Non è stato Maurizio a lasciarla, "io lo misi alla porta - afferma - non capivo più dove voleva andare a parare, accanto a lui c'erano personaggi di dubbia provenienza". "Era spiacevolmente assente con le figlie", aggiunge. A Sankt Moritz "Alessandra voleva andare a casa. Paola Franchi (l'ultima compagna di Maurizio Gucci ndr) disse: 'Perché dobbiamo riceverla? Dille di prenotarsi un albergo", racconta Patrizia parlando di un episodio che ha visto coinvolta una delle due sue figlie.
Ora la Reggiani è pronta a iniziare il suo nuovo lavoro ma, assicura, non è il suo primo impiego: nel 1973 faceva l'interprete parlamentare, stava già con Gucci ma ancora non erano sposati. Ringrazia il suo avvocato Danilo Buongiorno, non dovrà fare altro che portare il suo estro creativo. Alla domanda se ha mai pensato al suicidio, la donna risponde di averlo fatto, non subito dopo l'arresto, ma in seguito. Non le tolsero i lacci però: "E chi ha mai portato le scarpe coi lacci? Io solo tacchi - dichiara - Poi chiaramente, tutte le mie compagne hanno cominciato a portare i tacchi. Vedendo me... Poi mi profumavo e tutte hanno cominciato a profumarsi, e c'era un profumo in giro, io ero un mito lì dentro, sa? Ed ero molto rispettata". Del futuro dice: "Voglio scontare i miei anni qua, ne mancano tre e poi vedremo, Il mio futuro lo immagino bellissimo". Ha anche voglia di innamorarsi e guai a toccarle il cognome da sposata: "Io penso di essere la più Gucci di tutte", afferma categorica.