I ladri sciacalli hanno approfittato della situazione. Furto nella casa in Maremma di Pino Daniele. Approfittando dell'assenza dei familiari e della compagna dell'artista, Amanda Bonini, lontani dall'abitazione per i funerali, sono entrati nella villa di campagna a Magliano, vicino a Orbetello, e, agendo indisturbati, hanno portato via alcune cose: rubate due chitarre del cantautore napoletano, morto nella notte tra domenica e lunedì scorsi.
Il furto nella casa in Maremma di Pino Daniele in cui sicuramente sono state rubate due chitarre del musicista è stato scoperto da Amanda Bonini, che, appena rientrata, ha notato la porta di ingresso forzata e ha immediatamente avvertito i Carabinieri. Subito sono scattati i primi accertamenti, per capire se oltre alle due chitarre rubate e ad altri cimeli nel furto nella casa in Maremma di Pino Daniele siano stati sottratti pure oggetti preziosi, gioielli o soldi.
Intanto l'autopsia, eseguita ieri nell’obitorio dell’Istituto di medicina legale del Policlinico di Napoli, non ha ancora chiarito se con un intervento più tempestivo Pino Daniele si sarebbe salvato o meno. Ha semplicemente stabilito quel che si sapeva: il cantautore è morto in conseguenza della grave e cronica patologia cardiaca che nel corso degli anni aveva reso necessario l’intervento del chirurgo. Se gli sia stato fatale o meno il tempo trascorso nel tragitto dalla sua casa in Maremma all’ospedale di Roma si potrà capire solo quando saranno conclusi gli esami istologici sui tessuti prelevati. Vuole risposte chiare Fabiola Sciabbarrasi, la seconda moglie di Pino Daniele, che ha nominato due consulenti per assistere all’autopsia. Nell’inchiesta per omicidio colposo della Procura al momento non vi sono indagati. Il fascicolo è 'contro persone ignote'.
“Domenica quando mi ha chiamato mi ha detto che aveva una sensazione di malessere”, ha raccontato a Mix24 di Giovanni Minoli su Radio 24 Achille Gaspardone, cardiologo di fiducia di Pino Daniele. “Era molto sensibile e attento, aveva un senso di malessere, questo sì. Non mi ha trasmesso ansia di una situazione più grave del solito. Non particolarmente, era già successo parecchie altre volte in vent’anni”, ha spiegato il medico.
“Ho parlato sia con lui che con la compagna e gli ho consigliato di chiamare l’ambulanza per essere portato al primo centro medico, che non è detto che sia il migliore, però questa è la prassi. Credo che abbia chiamato e poi disdetto perché lui stava sufficientemente bene, era piuttosto stabile e preferiva andare in un ambiente dove era ben conosciuto e seguito da tanti anni, poi tutto è precipitato come può succedere nei casi di una forma di ischemia miocardica. Personalmente non credo che l’autopsia potrà dire qualcosa di più su questa tragedia, però aspettiamo i dati”, ha concluso.