Raoul Bova sulle pagine di Tv Sorrisi e Canzoni rivela il motivo per cui ha deciso di prendere il posto di Terence Hill in Don Matteo 13, prodotta da Rai Fiction e Lux Vide. L’attore 50enne rivela: “Ecco perché ho accettato”. Vestirà i panni di Don Massimo, un prete molto diverso da quello interpretato dal collega 82enne che per le vie umbre gira non in bici, ma in motocicletta.
“Io non la penso come una sostituzione ma piuttosto come un nuovo inizio. Per la serie e per me. Don Massimo è tutto un altro prete. Pensare a un confronto con Terence, con il suo successo e con l’amore del pubblico per lui è impensabile”, spiega Raoul.
Bova non ha avuto dubbi sul dire di sì subito: “No, per almeno due motivi. Il primo è che la proposta di Luca Bernabei (il produttore della Lux Vide, ndr) è arrivata in più fasi. Inizialmente mi ha chiesto se mi sarebbe piaciuto interpretare un prete. Poi, in un secondo momento, mi ha detto qual era la sua idea e devo ammettere che mi ha fatto molto piacere che avesse pensato a me per una cosa così importante”.
Confida anche il secondo motivo che l’ha spinto a buttarsi: “La proposta della Lux è arrivata in un momento in cui sentivo l’esigenza di una serie così, di qualcosa che mi togliesse il peso del periodo che abbiamo vissuto. Avevo bisogno di qualcosa di positivo e Don Matteo è una fiction che regala la speranza di un domani migliore. Negli ultimi mesi, inoltre, mi capitava spesso di riflettere sulla mia fede: l’arrivo di questo ruolo lo considero un segno, un po’ come mi è capitato quando ho interpretato San Francesco. Non a caso Don Massimo ha un’ispirazione francescana”.
Raoul Bova si è confrontato immediatamente anche con Terence Hill: “E’ stata la prima cosa che ho voluto fare per sapere se condivideva la decisione di scegliere me e perché volevo essere certo che lui non soffrisse per aver lasciato la serie. Nei suoi occhi ho letto un incoraggiamento, è come se mi avesse detto: ‘Vai, adesso tocca a te’. Questo mi ha dato una marcia in più, se non fosse stato così non avrei mai interpretato Don Massimo. Diciamo che la vivo come una sorta di staffetta: Terence mi ha affidato il testimone che io devo portare in fondo con il vantaggio accumulato da chi ha corso prima di me”.