- Secondo al talent, ma primo nella categoria canto, nel 2017 aveva sfondato, ma poi…
- Il 32enne confessa il suo lungo periodo down che lo ha fatto ‘incagliare’
Riki torna in primavera con un nuovo progetto, “Casabase”, dopo un lungo periodo di oblio. Al Corriere della Sera il cantante ex Amici, arrivato secondo al talent show, ma primo nella categoria Canto, rivela per la prima volta perché era sparito. “Ero caduto in depressione, stavo male male”, confessa.
“C’è stato un momento di down importante, in cui ero solo”, spiega Riccardo Marcuzzo, oggi 32 enne. Ha vissuto tre anni al massimo, vendendo dischi a più non posso, ma non era tutto oro quel che luccicava: “Non ero padrone del mio destino, infatti tante volte sfogavo la mia solitudine e la mia rabbia, la gabbia dorata in cui mi sentivo, nel mio essere impulsivo. Così ho fatto un po’ di cavolate. Dovevo per forza seguire le logiche del mercato e a un certo punto mi sono incagliato”.
Tutto per Riki è avvenuto piano, piano: “Non voglio neanche imputare la colpa alle persone che avevo intorno perché veniva tutto anche da me: era un sistema drogato e volevamo sempre di più”. Non parlava del suo malessere, si vergognava: “Ero orgoglioso, molto competitivo. Non avevo il coraggio di dire ‘sono in crisi, non sto bene, mi fermo’, ma poi ti rendi conto che non puoi farcela da solo e tante persone al tuo fianco non ti supportano come potrebbero”.
Il cantante era seguito da Francesco Facchinetti: “Sì, ma era un team che non avevo scelto io. Dopo un talent, i primi che ti contattano e ti danno sicurezza, li prendi. Con Francesco quando le cose andavano bene era tutto meraviglioso, ma a volte sentivo di voler fare determinate cose che lui non mi passava o magari aveva semplicemente altre idee”.
A Sanremo nel 2020 arrivò ultimo, l’artista svela: “Ero già in crisi. Io non avrei voluto farlo, ma ero talmente assuefatto che dicevo sì a tutto. In quel periodo volevo proprio auto-sabotarmi, quindi non c’erano i presupposti. Sul palco non stavo bene, ero asettico, non sentivo neanche la tensione. Poi, due settimane dopo, è scoppiata la pandemia e, nel male, quello mi ha costretto a fermarmi”.
Quando gli si domanda se fosse depresso, Marcuzzo replica: “Essendo stato un percorso graduale, ti rendi conto dopo di essere caduto in depressione. Ora come ora potrei dire di sì perché stavo male male. Faticavo a dormire, non avevo voglia di fare niente. Ero svogliato e totalmente apatico, non mi impressionava nulla, come fossi avulso e trasparente”.
Riki si è curato: “Ho fatto terapia per un periodo e poi mi ha aiutato avere altre passioni. Sono laureato in design e durante la pandemia mi ha dato un appiglio. Poi ci sono le persone che ti vogliono bene davvero, e quelle rimangono. Perché tutte le altre, invece, scompaiono: chi scriveva per convenienza, non ti scrive magicamente più”.
Adesso ha deciso di riprendersi la musica: “Ora come ora le classifiche non sono importanti, ma non nascondo che l’obiettivo è tornare a fare le cose in alto. Vorrei parlare a sempre più persone fregandomene delle logiche. Vorrei ottenere rispetto, vorrei che si potesse pensare ‘ah ok, questo non è solo il bel faccino, ha qualcosa da dire’. Il percorso è lungo, ma l’importante è andare a letto tranquillo”.