''Roberto Saviano ha accarezzato e baciato Michela Murgia nell’ora della sua morte'': il toccante racconto dei familiari

  • E’ stato lo scrittore partenopeo a stare accanto alla collega sarda fino all’ultimo
  • Il marito e i figli di Michela hanno deciso di raccontarlo per difendere Saviano dai giornali di destra

Roberto Saviano si è preso cura di Michela Murgia fino all’ultimo, le è stato accanto nel momento in cui ha chiuso gli occhi per sempre. E’ stato suo anche l’ultimo bacio alla scrittrice.

A raccontarlo sono stati proprio i figli e il marito dell’autrice sarda venuta a mancare lo scorso 10 agosto all’età di appena 51 anni a causa di un tumore ai reni. Lo hanno fatto per difendere lo scrittore partenopeo, simbolo della lotta alle mafie, dagli attacchi di alcuni giornalisti di destra (che hanno criticato il discorso di Roberto alle esequie romane di Michela).

In una lettera affidata a ‘Il Corriere della Sera’ hanno fatto sapere: “Roberto Saviano ha accudito Michela Murgia nelle ultime, difficilissime ore della sua vita con la devozione, il coraggio e la generosità di un fratello.

Michela Murgia, morta lo scorso 10 agosto a 51 anni, insieme al 'fratello' Roberto Saviano, 43

“Lo ha fatto con un rispetto e una dignità tali che al suo capezzale, al cospetto della malattia e della morte, nel riscaldamento globale che incendia quest’estate infernale, non si è mai tolto la giacca. Non si è tolto quella giacca durante la straziante veglia in casa, né durante il lungo e caldissimo giorno del funerale. In un dolore che ha scomposto chiunque, anche chi non aveva mai incontrato Michela, Roberto non ha trasgredito a questa regola di rispetto e umiltà d’altri tempi”, hanno aggiunto.

“Oltre ai parenti che si è scelta, nell’ora della sua morte Michela ha voluto fisicamente nella stanza con sé solo Roberto. È lui che le ha tenuto il telefono vicino alla bocca perché potesse sussurrare, in sardo, le ultime parole alla sua famiglia di origine a Cabras”, hanno continuato.

“È lui che ha carezzato e vegliato Michela quando molti suoi familiari d’anima, come chi scrive queste righe a nome di tuttə, erano su aerei, treni, automobili, addirittura aliscafi per tornare da lei. È a lui che Michela ha chiesto un ultimo bacio di conforto: il bacio che tutte e tutti speravamo di darle, e che lui per ognuno le ha trasmesso, come un farmaco. L’ultimo possibile farmaco. Il più benefico”, hanno sottolineato.

“Che Roberto Saviano per Michela fosse più di un amico, più di un compagno di lotte e di un’ispirazione letteraria, più di un fratello, non c’è bisogno di dirlo noi. Lo ha detto lei, con la chiarezza esplicita e straordinaria di cui era capace come forse nessun altro in lingua italiana. Lo hanno registrato telecamere e radio, carte, profili social, piazze e memorie. È dunque una verità condivisa e innegabile”, hanno proseguito.

E ancora: “Quel che possiamo aggiungere, non per l’interesse di nessuno ma per l’onore del vero, è che parlando al suo funerale Roberto ha esaudito un desiderio fortissimo di Michela, addirittura un mandato. Che lo ha fatto dunque per generosità, per rispetto di una volontà, a spese della sua fatica emotiva e fisica in un frangente devastante. E che lo ha fatto con le parole esatte che Michela Murgia avrebbe scritto se, come certo avrebbe desiderato, avesse potuto pronunciare lei stessa un discorso al proprio funerale”.

“La gratitudine che proviamo nei confronti di questo gesto ci comanda di chiedere a chiunque ami, o anche solo rispetti, l’eredità straordinaria di Michela Murgia di amare, o almeno rispettare, quel che ha fatto per lei e per noi Roberto Saviano il 12 agosto del 2023. Siamo offesi a morte da chi, invece di ricevere il discorso di Roberto come il dono lucido, intelligente, sincero e necessario che è, sta cercando di gettarvi un’ombra estranea con metodi e retoriche fasciste”, hanno fatto sapere.

“Da anni Michela ci esprimeva la preoccupazione per la solitudine in cui questo formidabile intellettuale è abbandonato, come tante volte è stata abbandonata lei, quando dice quel che è necessario sia detto. Non denunciare con disgusto questa infamia sarebbe come uccidere Michela di nuovo. Siamo pronti a denunciare le altre infamie che verranno. E, con il coraggio che Michela ci ha insegnato, ci auguriamo che molte e molti siano con noi e con Roberto”, hanno concluso.