- L’attrice 35enne parla anche delle nozze col 52enne, da cui ha avuto Luna, quasi 8 anni, e Alma, quasi 5
- “Non mi sento di chiamarlo marito”, confessa la spagnola sull’uomo che ama
Rocìo Munoz Morales è legata a lui da ben 10 anni. Il loro è un amore puro, dal quale sono nate Luna, che il 2 dicembre compirà 8 anni, e Alma, 5 l’1 novembre. L’attrice 35enne a Novella 2000 parla di Raoul Bova e rivela il significato profondo del tattoo disegnato dal 52enne.
Alle nozze con Bova non pensa. “Perché sposarsi cambia qualcosa? - sottolinea Rocìo - Forse la firma o il titolo, ma non mi interessa questo. Siamo felici insieme, super innamorati e siamo soprattutto una famiglia. Per me loro sono importanti. Per le mie figlie siamo ancora fidanzati, anche per me è così. L’importante è coltivare l’amore, fare piccoli gesti quotidiani giorno dopo giorno. Le mie colleghe ogni tanto mi prendono in giro per questo motivo, ma sto bene così”. Per tutte queste ragioni, precisa: “Non mi sento di chiamarlo marito”.
La spagnola racconta poi del tatuaggio, crede sia il gesto più bello fatto per Raoul: “L’ho portato in un hotel di Roma, siamo stati io e lui da soli. Una serata romantica. Mi ha disegnato quattro gabbiani, tipo delle onde, che rappresentavano noi quattro, la nostra famiglia. Il giorno dopo, mentre passeggiavo per le vie del centro, sono andata da un tatuatore e alla fine me lo sono fatto tatuare sul braccio”.
Sulle due bambina Rocìo svela: “Ho due femmine. Con loro ho una grande empatia non forzata. Luna, la più grande, mi insegna la generosità e quanto siano importanti questi valori, essendo un mondo frenetico, questo mi sconvolge. Ha una generosità pura e disinteressata perché è bello esserlo. Penso che lei soffrirà perché è fragile. Alma, al contrario, pensa di decidere per lei e per gli altri e mi fa impazzire. Mi colpisce la sua determinazione e penso, se guidata bene con l’educazione, le darà grandi risultati nella vita”.