- L’attrice 52enne rivela di aver appena fatto l’intervento sul social
- “Oggi è iniziato il quarto tempo: il tempo della ricostruzione”
Sabrina Paravicini sorride felice. Dopo il tumore ha ricostruito il seno, quello sinistro, dove è stato asportato il cancro. Lo rivela sul social. L’attrice 52enne tira un sospiro di sollievo e chiarisce il perché: “Non volevo toccassero quello destro”.
Ha combattuto a lungo contro ‘l’intruso’: ha scoperto di essere malata il 5 febbraio 2019 e, anche per il figlio Nino, affetto da autismo, non si è mai data per vinta. Sabrina in un lungo post confida: “ C’è stato un primo tempo che è stato tutto mio. C’è stato un secondo tempo che era mio di Nino e dell’autismo. C’è stato un terzo tempo che era mio, della diagnosi di cancro e delle cure salva vita: chemioterapia, mastectomia, radioterapia e anticorpi monoclonali (e anche un po’ del Covid). Oggi è iniziato il quarto tempo: il tempo della ricostruzione”.
“Desideravo tornare come prima - continua la Paravicini - Speravo che il mio seno destro, quello sano, non fosse toccato, né con una protesi, né con una mastopessi per tirarlo su e allinearlo. Non volevo altre cicatrici, altri drenaggi, non volevo una taglia più grande della mia. Non era scontato, il chirurgo plastico valuta durante l’intervento cosa sia meglio fare. Inserisce la protesi, controlla la simmetria, eventualmente la cambia (ci sono sempre 2,3 protesi di diverse misure in sala operatoria, ti mettono seduta mentre dormi e si assicurano che sia tutto simmetrico). Appena risvegliata credo di avere detto nell’ordine: ‘grazie’ e poi ‘il seno destro?’. ‘Non l’abbiamo toccato, va tutto bene così’”.
Il volto diventato famoso nella fiction “Un medico in famiglia” è contenta: “Gratitudine, gioia, qualcosa di molto vicino alla felicità”. A Ok Salute e Benessere, a marzo scorso, parlando della sua esperienza, la Paravicini ha detto: “Ho terminato le cure poco meno di due anni fa, ma nonostante continui a sottopormi a controlli periodici non riesco ancora a usare la parola “guarita”. La diagnosi, le cure, l’intervento, la perdita di alcune persone in terapia con me: è stato tutto così sconvolgente che anche quando ti assicurano che non c’è più, il cancro resta per sempre nella tua testa”.