Sandra Milo: 'Sono stata violentata'

Rivelazione shock per Sandra Milo: l'attrice ha rivelato per la prima volta di essere stata violentata nel 1981 e lo ha fatto rilasciando un'intervista al settimanale DiPiù. E' successo sul treno che da Roma l'avrebbe portata a Torino per recitare in radio una parte del dramma di Ibsen "Casa di Bambola". Durante il tragitto si è addormentata: "Ho sentito un peso che mi schiacciava sol viso - ha raccontato l'attrice - ho aperto gli occhi e mi sono accorta con terrore che era la mano di un uomo premuta sulla mia bocca. Ho sentito l'altra mano di quell'uomo alzarmi il vestito e poi torcermi un braccio, per immobilizzarmi. Mi ha strappato il vestito e ha messo le sue ginocchia tra le mie gambe, per costringermi ad aprirle. Con quella mano premuta sul viso non potevo gridare: ho cercato di divincolarmi, ma quell'uomo mi ha picchiato, con ferocia. Il naso e la bocca hanno cominciato a sanguinarmi, mentre lui faceva tutto quello che voleva: mi usava, mi trattava come una cosa. Una sensazione orrenda".

La Milo ha spiegato i motivi che l'hanno spinta a rimanere in silenzio, a non denunciare il suo aggressore: "Avevo paura che si venisse a salare tutto, che i giornali scrivessero: 'Stuprata Sandra Milo'. L'idea che milioni di uomini potessero immaginare quella scena era insopportabile per me. Mi sarebbe sembrato di essere violentata milioni di volte. Anche se non fossi stata famosa, però, non avrei denunciato comunque il mio aggressore. Il mio è stato un errore, ora la capisco. Ma, nella mentalità dell'epoca, se una donna veniva violentata tutti pensavano: 'Se l'è cercata!'. Le donne che osavano denunciare uno stupro, in quegli anni, subivano interrogatori orrendi, come se fossero state loro sotto processo: 'Ma come era vestita? Aveva la gonna corta?', si sentivano chiedere. Adesso per fortuna le cose sono cambiate. Io fino a due anni fa, tra le altre ripercussioni psicologiche che ho vissuto allora, mi rifiutavo di prendere il treno. Comunque decisi di tacere e solo molti anni dopo riuscii a confidarmi perfino con miei cari".

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