- L’attore 51enne torna in tv con un nuovo progetto dopo una lunga assenza
- A Il Corriere della Sera ha spiegato quanto il 2016 sia stato un punto di svolta per lui
- Era a Sanremo e la villa in cui alloggiava è esplosa mentre lui si trovava all’interno
Gabriel Garko ha rivelato che aver visto la morte in faccia nel 2016 gli ha cambiato completamente la vita.
L’attore 51enne in un’intervista a ‘Il Corriere della Sera’ ha spiegato di pensare che da situazioni negative possa uscirne sempre qualcosa di buono.
L’interprete piemontese, romano d’adozione, tornerà in onda dopo lungo tempo. Dal 29 marzo sarà protagonista di ‘Se potessi dirti addio’ su Canale5, accanto ad Anna Safroncik.
“Quando ci accade qualcosa di sgradevole, in quel momento diciamo: ma che cavolo, doveva capitare proprio a me? Poi ti accorgi che da un fatto negativo può nascerne uno positivo”, ha affermato.
Per lui essere sopravvissuto miracolosamente all’esplosione della casa in cui alloggiava a Sanremo nel 2016, provocata da una fuga di gas che ha portato alla morte di una donna, ha rappresentato un punto di svolta.
“Per esempio quando nel 2016 mi trovai nello scoppio della villa, vicino Sanremo: un incidente che mi ha cambiato la vita, finii sotto le macerie, ho sentito la morte vicina... ma proprio da quell’episodio, da cui sono uscito miracolosamente salvo, ho deciso di godermi la vita, di affrontare le cose in positivo... ho rimesso i cocci a posto”, ha sottolineato.
Sulla nuova fiction in tre puntate, per la regia di Izzo e Tognazzi, ha detto: “Ho accettato questo progetto perché era quello giusto per tornare a recitare. Negli ultimi anni mi sono allontanato non per ritirarmi definitivamente dalle scene, ma perché avevo bisogno di staccare. La notorietà a volte è soffocante, sentivo la necessità di un polmone nuovo, di respirare aria diversa”.
Da quando ha fatto coming out in diretta al Grande Fratello Vip, non ha vissuto problemi legati al suo orientamento affettivo: “Non mi sono mai accorto di discriminazioni e nessun accenno a battute infelici”.
“Quanto poi a certe affermazioni di chi ritiene che i ruoli da eterosessuali devono essere fatti da attori etero e quelli da gay devono essere affidati ai gay, mi viene da ribattere: gli attori non devono recitare sé stessi, ma entrare nella pelle di un personaggio diverso da loro”, ha concluso.