Silvio Berlusconi indagato per corruzione in atti giudiziari. La nuova ipotesi di accusa per il Cavaliere è stata formalizzata dalla procura di Milano che ha aperto il fascicolo Ruby ter. Oltre all'ex Presidente del Consiglio, altre 44 persone figurano tra gli indagati: dalle Olgettine al musicista Mariano Apicella, dall'eurodeputata Licia Ronzulli a Maria Rosaria Rossi, fidatissima del Cavaliere. Oltre a Karima El Marough (meglio conosciuta come Ruby Rubacuori), il suo ex avvocato Luca Giuliante e i legali di Forza Italia, Niccolò Ghedini e Piero Longo.
Le accuse sono differenziate: falsa testimonianza per 22 persone che, secondo i giudici, avrebbero mentito sul reale svolgimento delle serata a Villa San Martino; corruzione in atti giudiziari per il Cavaliere che avrebbe pagato profumatamente le versioni fornite da molti testimoni in tribunale; concorso in corruzione anche per altre 19 persone, tra cui gli stessi Ghedini e Longo, Karima e le Olgettine convocate ad Arcore il 15 gennaio 2011, il giorno dopo le perquisizioni.
Berlusconi avrebbe comprato il silenzio non solo delle ragazze chiamate in aula, ma anche e soprattutto di Ruby, alla quale avrebbe promesso "un ingente compenso se avesse taciuto o 'fatto la pazza'". Mentre Karima, come le altre ragazze, "ha mentito con modalità che non lasciano dubbi" sui party a luci rosse nella dimora brianzola del Cavaliere , sui "suoi rapporti con lui" e sul fatto che l'ex premier "conosceva la minore età".
L'inchiesta è appena partita, ma si ipotizza che tra le prossime mosse della Procura ci sarà il possibile sequestro del profitto di reato. Solo per le Olgettine si tratterebbe di 2.500 euro al mese, lo stipendio che Berlusconi, per sua stessa ammissione, ha loro corrisposto dall'inizio delle indagini sul caso Ruby. Il Cavaliere si è giustificato per la cifra mensile elargita come un atto di generosità verso le ragazze "la cui vita è stata rovinata del processo", ma da qualche mese avrebbe cambiato rotta, chiudendo i rubinetti: niente più sostegno economico, nel timore che l'ipotesi di una reiterazione del reato possa spingere il pm a chiedere per lui gli arresti domiciliari.
"Si è proceduto alla dovuta iscrizione nel registro notizie di reato - si legge nel brevissimo comunicato stampa letto dal procuratore della Repubblica di Milano Edmondo Bruti Liberati - Ora saranno fatte le indagini necessarie e non credo che ci sia una ragione per procedere con il rito immediato". Ilda Boccassini non seguirà l'inchiesta.