E' stato ospite a Le Invasioni Barbariche su La7 e a Daria Bignardi, al timone dell show, ha parlato del suo film in uscita, "Le leggi del desiderio". Silvio Muccino recita nei panni di un life coach, un motivatore che prova a migliorare le vite di chi gli chiede aiuto, ma non è tutto oro quel che predica...
A Le Invasioni Barbariche, inevitabile che fosse così, Silvio Muccino è anche tornato a parlare della rottura con il fratello Gabriele, che, a sua volta ospite della trasmissione, proprio in quello studio aveva espresso tutto il suo rammarico per il distacco da ben sette anni dal 32enne.
Silvio Muccino non ha voluto spiegare le vere ragioni sulla rottura con Gabriele, che rimangono un mistero in tutta la querelle. A Le Invasioni Barbariche il giovane regista e attore ha però parlato dei contrasti con il parente e dell'accusa per lui infamante che Gabriele Muccino ha lanciato contro Carla Vangelista, la persona che l'avrebbe 'plagiato', allontanadolo dalla famiglia.
"Anni fa ho fatto una scelta che sentivo necessaria. Una scelta di cui in questi anni ho sempre evitato di parlare per pudore e perché credo che ci siano delle cose che devono restare in famiglia. E la scelta è stata dettata dalla volontà di costruirmi qualcosa fuori dalla mia famiglia. E' molto importante permettere a un figlio di costruirsi la propria famiglia, la propria identità. Come si dice: i figli sono fatti per il mondo", ha spiegato Silvio Muccino a Le Invasioni Barbariche, tornando a parlare della rottura con Gabriele.
"La mia è una famiglia che ho contestato aspramente, ma anche amato fortissimamente - ha poi continuato Silvio - Non è normale che non ci sentiamo, ma abbiamo discusso per motivi gravi. Per questo rimango basito davanti alle dichiarazioni di Gabriele che mi violentano ogni volta. Anche perché mi ritrovo, ahimé, sempre davanti a questa domanda: "Come va con tuo fratello?". Per motivi che non riesco a condividere, Gabriele ha reso questo ovvio dolore uno spettacolo pubblico, una specie di triste reality show. Ho passato sette anni di silenzio dove Gabriele ha parlato tanto, tantissimo. Dice che Carla Vangelista mi ha plagiato ed è un'affermazione pesante".
Silvio, in quello che è parso quasi uno sfogo, ha sottolineato: "Quando in una famiglia che si crede quella del Mulino Bianco, c'è un elemento che punta il dito e dice: "Il re è nudo" cioè indica qualcosa che non va, la famiglia può reagire in due modi: prendere in considerazione questo fatto, oppure non volerlo accettare. Il secondo caso significa dire: "è pazzo, è depresso". Tutte cose che Gabriele ha detto di me, ma io non sono né pazzo né tantomeno depresso, non fa parte della mia natura. Quindi il modo per giustificare tutto è stato "il plagio". Il problema di questa dichiarazione così violenta, aggressiva e spregiudicata è che non si tratta di una affermazione corroborata dai fatti, ma è un'affermazione detta da lui a una donna che lui nemmeno conosce e che non ha mai visto".
"Non rivelerò i motivi per cui ho discusso con la mia famiglia, sono personali. Si è scusato con me in televisione, certo, ma non c'è bisogno di farlo in tv. Se vuole chiedermi scusa, lo può fare personalmente. Invece non l'ho mai sentito per sette anni e io non sono irreperibile né scomparso. Il mio numero ce l'hanno sia lui che sua moglie - ha poi concluso Muccino junior - Io non lo chiamo perché ho chiesto il silenzio, basta avere rispetto per il dolore dell'altro. Io ho avuto sempre molto rispetto per il dolore di Gabriele, infatti non ne ho mai parlato. Dire "plagio" è un'accusa molto infamante. La protezione e l'amore non si può mai misurare in termini di violenza, secondo me. Quella a cui ho assistito, è enorme. Carla Vangelista ora è costretta a vedere il suo nome accostato a un'accusa di plagio, senza motivo. E' un'accusa talmente ridicola che forse non ne soffre nemmeno più. Le chiedono interviste ma lei è una signora, anzi, un gentiluomo. L'alternativa è scendere in piazza a dire: "Parliamone". A quel punto io dovrei spiegare i motivi della rottura con la mia famiglia. A quel punto, quindi, non ci sarebbe più un confine tra lo spettacolo e la spettacolarizzazione dei miei sentimenti".