Simona Ventura al Corriere della Sera parla dell’aggressione a Niccolò, avvenuta lo scorso luglio. La conduttrice la definisce “un dono del Signore”, anche perché tutto si è risolto nel migliore dei modi. Il tragico accaduto è servito a cementare ancora di più la sua famiglia.
La paura per l’aggressione a Niccolò, accoltellato davanti la discoteca Old Fashion a Milano, è alle spalle. Simona Ventura racconta: “La telefonata che nessuna madre vorrebbe ricevere è arrivata di notte, mentre viaggiavo per lavoro dalla Calabria a Torino, ma una mamma certe cose le sente: in cuor mio, sapevo che non poteva essere…”. Non poteva accadere che il figlio non ce la facesse. “Ci siamo parlati subito al telefono. Ci teneva a tranquillizzarmi”, spiega. Tutto è avvenuto per un disegno superiore: “E’ stato un dono del Signore”
Dopo l’aggressione a Niccolò, Simona Ventura dice che è stata “un’estate bella, piena di emozioni. Che ci ha cementato ancora di più come famiglia”. Commossa aggiunge: “E’ stato un miracolo. Io sono cattolica e ho ricevuto un dono del Signore, un grosso segno”.
Simona Ventura parla dell’ansia che le è tornata quando i figli stanno fuori fino a tardi: “Non sono mai stata troppo apprensiva. Niccolò ha studiato per tre anni a Miami e a Londra, Giacomo studia a Londra. So che se la cavano. Poi, non è mai passata notte che non avessi il telefono acceso. E quando i ragazzi erano a Milano, dormivo più tranquilla quando li sentivo tornare. Dopo quel 1° luglio, l’ansia di saperli fuori mi è rimasta, ma mi sento più forte. L’esperienza ti segna ma ti rafforza”.
E’ felice per il successo di Temptation Island Vip, alle spalle ci sono stati anni “duri”. La 53enne si prende il buono della vita accanto a Gerò Carraro. La sintonia ritrovata con Stefano Bettarini è un’altra cosa che la riempie di gioia. “Lo appoggerò sempre”, sottolinea. E sul social fa gli auguri a Niccolò che compie 20 anni, il suo post è tenero come pure quello del papà. Entrambi, dopo l’angoscia per la sua aggressione, desiderano il meglio per lui e pure per il fratello Giacomo.