Simona Ventura si lascia ammirare bellissima, com otto chili in meno, dietro le quinte di Grand Hotel Chiambretti, dove è stata ancora una volta ospite. Il suo dopo Isola 11 ha un sapore dolce. E' andata da naufraga, dopo otto edizioni da conduttrice, "per chiudere un cerchio. Le cose che rimangono aperte non mi vanno né su né giù, e devo continuarci a fare i conti. L’Isola era un abito tagliato su di me, che poi è stato indossato da altri. Chiudere è fondamentale, in tutto, perché solo se chiudi, vai avanti. Naufragare è stato il mio modo di chiudere", come ha spiegato in esclusiva a Vanity Fair, nel numero da oggi, mercoledì 27 aprile, in edicola. "Tutti mi dicono: sei dimagrita, sei figa. Come se la magrezza fosse sinonimo di bellezza. Comunque sì, peso quanto pesavo prima di avere i figli, e anche nel mio annus horribilis, il 2004. Ho patito una fame nera, una fame che non immaginavo si potesse sentire", ha sottolineato Simona Ventura al settimanale. L'Isola 11 le è servita, anche a disintossicarsi dai social, che toglierà dal suo cellulare.
"Ne avevo bisogno. La mia vita era diventata non dico borghese, ma lineare. E io non sono una persona lineare, nella normalità non ci sto bene, ho sempre bisogno di emozioni forti. La vita mi deve frustare. Adesso la frustata l’ho avuta, e grossa: forse mi posso tranquillizzare per un po'", ha chiarito parlando della decisione di esserci all'Isola 11. Sull'essere stata 'sbattuta fuori' dal reality, ha sottolineato: "Un tempo il televoto costava un euro, non esistevano i social, la gente votava per sostenere, non per fare a pezzi. Adesso – e io non lo sapevo – esistono gruppi organizzati sui social che votano contro, per eliminare. La differenza è sostanziale: puoi danneggiare il tuo bersaglio gratis e dire qualunque cosa nascondendoti dietro una tastiera e un nickname. Conosco colleghi bravissimi che se tra 200 mila commenti ne leggono 5 malevoli vanno in crisi. L'Isola mi ha aiutata anche in questo: mi sono resa conto della mia dipendenza da smartphone e social".
Simona Ventura si sente purificata dal mondo dei social: "All'inizio è stata durissima: quando guardavo un tramonto continuavo a pensare che fosse un peccato non poterlo fotografare e mettere su Instagram. Io e Marco Carta ci dicevamo: cazzo, ci vorrebbe il telefono. E fingevamo di averlo in mano e di scattare. Poi ho iniziato a pensare che, con quelle immagini e quei colori, dovevo fare come avevo sempre fatto fino a qualche anno fa: semplicemente imprimerle nella mente e ricordarle. E sono guarita. Da quando sono tornata non ho ancora guardato niente, non ho aperto nemmeno un social e ho deciso che toglierò Facebook e Twitter dal cellulare. Non solo: mi sono data e ho dato nuove regole in famiglia sull’uso del telefonino". I due figli adolescenti avuti dall'ex Stefano Bettarini sono contenti: "Prima, quando passavamo il tempo insieme, io stavo sempre con il telefono in mano. C'ero ma non c’ero. Adesso lo spengo, lo lascio in un’altra stanza. Quando siamo a tavola nessuno porta il cellulare. Di notte i telefoni stanno spenti. Sono cresciuta con un solo telefono in casa, a cui mia madre aveva messo pure il lucchetto. Che peraltro io ero riuscita a scassinare con una forcina. Però era bello. Vogliamo convincerci che essere sempre connessi sia una necessità, ma non è vero. Molti miei amici hanno abbandonato gli smartphone per i vecchi telefoni che non fanno niente".
Basta con l'essere ossessionata dai social, via pure dal cellulare. Simona Ventura nel suo dopo Isola 11 si sente diversa. In Honduras c'è una cosa che l'ha fatta particolarmente soffrire, però: "Non sentirmi accettata dagli altri. E non me l’aspettavo. Molti ragazzi dell’Isola sono arrivati già ostili nei miei confronti e, ovviamente, non sono riuscita a instaurare con loro nessun rapporto. Quando giovane lo ero io, mi avvicinavo alle persone più grandi con rispetto, desiderosa di imparare. Adesso molti giovani pensano che dietro la vicinanza ci sia un secondo fine. E mi dispiace, perché io di ragazzi ne ho lanciati tanti, ovviamente quelli che meritavano. Sull’Isola un giovane – di cui non farò mai il nome – mi ha chiesto cosa fosse la meritocrazia: non ne aveva mai sentito parlare". Lei, invece, sa bene cosa sia. La sua lunga carriera parla chiaro, rimpianti non ce ne sono, anche le scelte sbagliate non vanno mai rinnegate, ma accettate con serenità.