Chiacchierata con un uomo ordinario. Così potrebbero intitolarsi sia l’intervista che Sting ha concesso alla Associated Press, sia la sua autobiografia, nella quale ripercorre i suoi primi 25 anni di vita.
Eh, sì: ispirato forse dallo yoga, anche Gordon Matthew Sumner, questo il vero nome dell'artista, ha deciso di entrare in libreria non per comprare, ma per vendere. L’intento? "Volevo semplicemente dire la mia: ci sono in giro un sacco di libri scritti su di me da persone che non mi hanno mai incontrato!"
Sting si descrive come un uomo normale, soddisfatto della vita e del suo lavoro, conscio di aver avuto fortuna nella sua carriera. E proprio per aiutare i meno fortunati di lui ha creato “The Musicares”, una sorta di charity per tutti gli artisti che incontrano periodi bui.
Fortunato o no, quest’anno per lui è cominciato nel migliore dei modi: candidatura al Grammy per il suo ultimo disco e per l’impegno nella salvaguardia della Foresta Pluviale; ciliegina sulla torta anche una candidatura all’Oscar per la sua “You will be my ain true love”, pezzo incluso nella colonna sonora di “Ritorno a Cold Mountain”.
Come si vede Sting sul palco con la statuetta in mano? “Chi può dirlo? Certo, se lo vincessi, sarei spontaneo di fronte al pubblico…”
Un Oscar sarebbe certo un successo meritato per un grande artista come lui, ma “se anche la mia carriera finisse oggi pomeriggio”, rivela, “ non me ne farei un cruccio: canterò e suonerò finché avrò vita, ma il successo non è qualcosa su cui conti per sempre.”
Foto: P.Braghetto © Gossip.it