L'11 agosto del 2014, sei mesi fa, Robin Williams, all'età di 63 anni, si è suicidato. Una notizia che ha lasciato sotto choc il mondo intero. A distanza di tempo, è iniziata la battaglia legale per l'eredità lasciata dal famoso attore. A contendersi il patrimonio sono la sua ultima moglie, Susan Schneider e i suoi tre figli, nati da due precedenti matrimoni, Zak, Zelda e Cody.
Il New York Times riporta che Susan Schneider ha accusato i tre figli di Robin Williams di essersi impossessati, senza chiedere il permesso, di alcuni oggetti del celebre attore. La battaglia legale per l'eredità ha avuto così inizio con una denuncia alla Corte Suprema di San Francisco. La lussuosa villa di Tiburon, in cui la star di Hollywood si è tolto la vita, come scritto nel testamento, è rimasta alla terza moglie e nella casa ci sono tutti i suoi cimeli, dall'Oscar vinto grazie all'interpretazione in "Will Hunting", i sei Golden Globes, i due Emmy e i cinque Grammy, come anche le foto personali e le sue tante collezioni: fossili locandine e giocattoli. I tre figli di Robin Williams hanno risposto sparando a zero su Susan Schneider, accusandola di essere troppo attaccata ai beni del padre, a cui è stata sposata per soli tre anni.
Zak, Zelda e Cody sostengono di avere il "cuore spezzato" e hanno affermato che Susan Schneider ha "agito contro la volontà del padre, sfidando i piani che con tata cura aveva fatto per la sua tenuta". I tre figli dell'attore hanno definito la mossa della vedova di Robin Williams come un "insulto a una terribile ferita", nel tentativo di modificare le volontà della star hollywoodiana e "impedendo loro di ricevere quello che il padre voleva gli fosse destinato".