- L’attore 66enne fa rivelazioni scottanti parlando del personaggio che interpreterà nel nuovo film
- “I miei figli cresciuti nelle università americane non hanno più senso dell’umorismo”
Luca Barbareschi è un fiume in piena. Intervistato da La Repubblica, parlando del personaggio che interpreterà nel nuovo film The Penitent diretto da Roman Polanski, di cui è pure produttore, l’attor 66enne fa dichiarazioni scioccanti. “Sono stato omosessuale”, confessa. Poi un terribile racconto: “Sono stato un bambino molestato, da otto a undici anni. I preti gesuiti, a Milano, mi chiudevano in una stanza, uno mi teneva fermo e l’altro mi violentava”.
“Io sono stato omosessuale nella mia vita, forse ho trovato un adattamento alle mie problematiche”, svela il 66enne. “I miei figli cresciuti nelle università americane non hanno più senso dell'umorismo. Se dico: 'guarda che mignotto*e’, rispondono: 'No, papà, è una ragazza che soffre’”.
Barbareschi discute coi suoi ragazzi, la società odierna non gli piace: “Soprattuto quella di dodici anni, che è andata alle scuole francesi, politicamente corretta. Io mi incaz*o, ma manteniamo il senso dell'umorismo. Sono aperto e tollerante, senza pregiudizi, ma quello che avviene è un disastro, perché è una semplificazione. Ci sono centoventi gender che litigano tra loro. Siamo andati nella follia, ci sarà una reazione tra qualche anno e torneremo peggio di prima. Purtroppo, queste sono minoranze. Lo abbiamo visto nelle fiction: mettere per forza trans e lesbiche è un finto problema, non è generalizzato e nella narrazione non funziona. Oggi c'è obbligo nelle 'writing room' in America di mettere nero, ispanico, lesbico”.
L’artista dice la sua sulle attrici che hanno denunciato molestie: “A me viene da ridere, perché alcune di queste non sono state molestate, o sono state approcciate malamente, ma in maniera blanda, non cose brutte. Alcune di queste andrebbero denunciate per come si sono presentate. Sedendo a gambe larghe: 'Ciao, che film è questo?'. Non ho avuto mai bisogno di fare trucchi per scopare, una cosa del genere non è il mio stile. Ho detto: 'Amore, chiudi le gambe, ho visto che hai le mutande, o che non le hai, interessante, ma ora parliamo di lavoro'. Ci sono anche cose così”.
“Secondo me Amleta (associazione di promozione sociale il cui scopo è contrastare la disparità e la violenza di genere nel mondo dello spettacolo, ndr) dovrebbe essere 'largo', riguardare non solo le attrici, che sono una piccola comunità - continua Luca - Il problema delle molestie è grave e generale, riguarda la commessa del supermercato che deve subire per non perdere il posto. Questo deve cambiare”. Poi puntualizza: “Ho quattro figli, un maschio e tre femmine, e voglio che siano dignitose, libere e non subiscano mai”. E arriva la confidenza scioccante: “Io sono stato un bambino molestato, mi hanno abusato dagli otto agli undici anni i preti gesuiti a Milano: mi chiudevano in una stanza, uno mi teneva fermo e l'altro mi violentava. Ho fatto una legge su questa cosa qui”.