La querelle sulla corsa agli Oscar continua.
Dopo che “Private” di Saverio Costanzo era stato rifiutato dalla rosa dei nove film che avrebbero partecipato alla selezione per concorrere all’Oscar come Miglior Film Straniero, perché non diretto in italiano, si era deciso d’inserire nella lista la pellicola di Giovanni Veronesi, “Manuale d’amore”.
Oggi, inaspettata, arriva una bomba lanciata dallo stesso Veronesi, in accordo con il produttore De Laurentiis: “Manuale d’amore” è stato ritirato.
"Non c'è distinzione tra prima squadra e panchina - spiega il regista - Il film di Costanzo era stato scelto e non c'erano secondi e terzi posti. Spero che la commissione, che è composta da persone illustri, prenda una decisione importante e ferma. E' ora di finirla con le baggianate dell'Academy e faccio questo contro il mio personale interesse".
Intanto dagli Usa arrivano le dichiarazioni di Kirk Honeycutt, responsabile dell’ufficio di Los Angeles del settimanale “Hollywood Reporter”. "In passato - dice Honeycutt - sono stati esclusi i film per le motivazioni più assurde: perché erano stati visti in televisione in Europa o anche perché
un'attrice era stata candidata nella categoria sbagliata. L'Academy è attenta alle regole e non vuole, né può fare delle eccezioni, per evitare cause che potrebbero essere intentate dagli esclusi. E' un sistema un po' nevrotico, ma funziona. La politica e la religione non
c'entrano nulla".
Chi avrà ragione? Quel che è certo è che in tutto questo polverone a rimetterci è solo uno: il cinema italiano.
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