Vincent Cassel è Blueberry

Vederlo è un piacere per gli occhi. Affascinante e simpatico, Vincent Cassel ieri a Roma ha presentato “Blueberry”, la pellicola distribuita da Moviemax che arriverà nelle sale italiane venerdì 15 luglio.
Insieme a lui il regista del film, Jan Kouen (“Dobermann”).

Abbigliamento casual color beige, capelli lunghi tenuti all’indietro da una fascia blu e sandali. L’affascinante marito di Monica Bellucci sorride a tutti e commenta il gran caldo della capitale: “Anche a Parigi la temperatura è così alta, forse la sera fa più fresco…”. I suoi occhi blu ammaliano e intrigano, divertono ed esprimono una personalità eclettica.
“Ho fatto questo film per quello che significava, non perché fosse un western o perché il personaggio fosse tratto da un eroe dei fumetti – spiega Vincent - Ho letto Blueberry da bambino, ma non sono stato un suo fan. Mi sentivo attratto dal personaggio. Il confronto con Jean Paul Belmondo, che ha interpretato lo stesso ruolo? Non mi spaventa. Forse è vero dire che siamo simili per certi versi. Lui è stato unico nella sua epoca: un attore impegnato in pellicole d’autore, ma muscolare, con una grande fisicità e capace di fare scelte stranissime. Anch’io mi sento così”.

Liberamente ispirato alla famosa striscia di Moebius, il film racconta le vicende dello sceriffo Blueberry (Vincent Cassel), alle prese con un sanguinario assassino, Wally Blount (Michael Madsen). Per prepararsi ad affrontare il nemico, Blueberry dovrà prima sconfiggere i proprio demoni, con la guida dello sciamano Rumi, che, attraverso la cultura pellerossa del peyote, funghi allucinogeni, lo farà viaggiare dentro la sua anima, alla ricerca di un
sapere iniziatico che gli aprirà un nuovo mondo. A completare il cast anche Ernest Borgnine e Juliette Lewis.

"Nel mondo in cui viviamo - racconta Jan Kouen - tendiamo a sostenere l'esistenza di una sola realtà. Volevo combattere questa idea preconcetta mostrando un'altra realtà, quella esplorata dagli indiani, il tutto per fare un
film che mettesse a confronto la cultura occidentale con quella indiana, un western fuori dai comuni archetipi e poco western. Il pubblico medio può avere anche difficoltà nel capire quello che sta vedendo, specie se si aspetta un western tradizionale, ma il punto è un altro: 'Blueberry' lo considero un lavoro sensoriale, come un concerto da cui ci si aspetta più che altro sensazioni. Per fare un film sul mistero,bisogna conservare elementi di mistero e avere un pubblico che accetta il fatto che alcune cose vadano percepite al di là della struttura narrativa"
.

Cassel annuisce e, quando gli domandano come mai non reciti in commedie, lui risponde: “Forse perché le commedie francesi sono brutte e fanno ridere solo i francesi. Comunque il mio prossimo film si può definire una commedia, diciamo una commedia trash”.
Il pubblico è pronto a sognare con Vincent.

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© GossipNews - Foto: A. Capozzi