- Il critico d’arte 72enne rifiuterebbe il cibo, la compagna Sabrina e la sorella Elisabetta molto preoccupate
- Il giornalista e scrittore Marcello Veneziani dalle pagine de La Verità fa un appello, poi parla col Corriere della Sera
Aveva confessato lui stesso di essere affetto dal mal di vivere ed aver perso tanti chili. Ora emerge una realtà che preoccupa. “Vittorio Sgarbi è ricoverato al Policlinico Gemelli da 10 giorni per grave depressione”, si legge sul Corriere della Sera. Fanpage fa sapere che avrebbe smesso di alimentarsi e ora è aiutato dai medici. Sta un pochino meglio, ma dovrebbe rimanere in ospedale almeno fino alla fine di marzo, per valutare attentamente le sue condizioni. La sorella Elisabetta e la compagna Sabrina sarebbero molto preoccupate. L’amico Marcello Veneziani, giornalista e scrittore, gli fa un appello sulle pagine de La Verità, poi parla col quotidiano di via Solferino.

“Forza Sgarbi, torna a ruggire“, si intitola il testo.“Non puoi cedere alla notte perché insegni la bellezza, che non sfiorisce nel tempo, e racconti i capolavori e i loro autori che vivono oltre il tempo”, scrive Veneziani. “Tu non puoi abbandonare perché la tua mente è ancora lucida e fertile, e può dare agli altri più di quanto tu possa immaginare”, sottolinea ancora. “Per farti reagire e tirar fuori lo Sgarbi incazzoso che conosciamo da sempre sono pronto a insultarti: stron*o che non sei altro, egoista e narciso, capra“.
L’uomo poi al Corriere dice sulla depressione che ha colpito Sgarbi: “Figlia del suo narcisismo ferito. Ha la percezione che molte delle sue libertà impulsive non potranno più essere praticate. Il suo universo si sta restringendo: drammatico per chi è stato convinto di poter cavalcare il mondo. Una dimensione dell’io sproporzionata rispetto al passato e che lo porta ad atteggiamenti distruttivi”.
Quando gli si domanda se Vittorio ce la farà, replica: “La depressione è purtroppo un’ottima alleata della malattia. Ma conoscendo Vittorio non escludo affatto un risorgimento personale. Penso che potrebbe riuscire a ritrovare il giusto impeto per riprendere la sua strada. Credo però debba affrontare un passaggio molto importante. Deve passare attraverso una sorta di “piccola morte” lasciandosi alle spalle il ‘Vittorio Uno’, dicendogli addio, per aprire il capitolo del ‘Vittorio Due’. Dovrà insomma immaginarsi in un’altra prospettiva certamente meno egocentrica e più legata al mondo reale”.